Gli antecedenti storici dello Yoseikan Budo scivolano spesso nella leggenda e si confondono con l’immaginario collettivo-culturale giapponese, dal momento che la famiglia Mochizuki si fregia di importanti discendenze, prima fra tutte quella del clan Takeda.
Facciamo qualche passo indietro, frugando nel passato storico del Giappone: la famiglia Minamoto, un clan di guerrieri ricordati con sfumature epiche nell’iconografia giapponese quali protagonisti indiscussi della guerra Genpei, erano i detentori di un patrimonio marziale molto sofisticato e continuamente affinato con l’instancabile lavoro itergenerazionale dei suoi membri. Ad oggi si ritiene che le scuole marziali d’oriente nei loro tratti più tradizionali debbano molto al lavoro di questi grandi guerrieri.
I Minamoto sono l’ascendenza diretta del clan Takeda, di cui il rappresentante più significativo è certamente Shingen Takeda (1521-1573), indomito cavaliere di rara abilità. A questo punto della storia fa la sua comparsa la famiglia Mochizuki, generali dei Takeda, la cui fedeltà fu presto premiata con il diritto ad esibire il vessillo della montagna, cioè del monte Fuji, uno dei quattro simboli distintivi del clan Takeda.
Prescindendo dalle affascinanti discontinuità storiche e dalle narrazioni belliche di circa quattro secoli, in questa sede ci preme sottolineare la figura di Minoru Mochizuki, una figura chiave nello sviluppo delle arti marziali nel secolo appena trascorso e linea di confine tra la tradizione guerriera e militare delle discipline di combattimento e la nuova connotazione che le arti marziali hanno assunto oggi, più rispondente ad una sensibilità moderna e costantemente impegnata alla conservazione dinamica della tradizione.