Il combattimento come conoscenza
In Oriente la ricerca filosofica dei grandi temi, differentemente da quanto avviene in Occidente con la pura speculazione mentale, viene spesso eseguita attraverso l’esecuzione di gesti, movimenti. Questi creano semplicemente dei veri e propri mestieri, sublimati dalla costante ricerca della perfezione nella loro esecuzione. Vi sono attività apparentemente destinate a scopi immediati e materiali, come scrivere, modellare vasi, disporre fiori, oppure altre che agli occhi occidentali sembrano estremamente lontane dall’immagine intellettuale della filosofia, come distribuire bevande calde, rastrellare pietre in un giardino o, addirittura, studiare il combattimento. Per gli orientali questo tipo di ricerca è come una VIA, in altre parole una serie progressiva di esperienze ed incontri che maturano l’individuo e la sua Conoscenza.
L’apprendimento attraverso il movimento
Come avviene questa ricerca attraverso il campo delle arti marziali? Esse promuovono un modo di conoscere dove l’apprendimento avviene attraverso il “movimento”. Gli osservatori esterni accettano tale principio solo in riferimento, di solito, agli “stili interni” ed ai vari kata. In realtà pratica morbida e kata non sono altro che degli esercizi “mediali”, ovvero pensati per accedere a/migliorare quello che è il fine ultimo di ogni Arte Marziale: il combattimento.
Possiamo dire allora che nelle Arti Marziali la conoscenza avviene attraverso il Combattimento, l’esercizio al confronto diretto. In questo duello perpetuo noi impariamo le Leggi Universali, gli aspetti e la natura dell’animo umano. Partiamo da noi stessi, passiamo attraverso eventuali oggetti come armi o luoghi, fino ad arrivare all’Altro, al nostro avversario e ai suoi molteplici aspetti. L’esercizio del combattimento avviene attraverso la pratica delle singole tecniche, la loro applicazione simulata e quella reale, gli esercizi per padroneggiare guardia, tempo e distanza Con questa padronanza si sviluppano strategia e tattica e, quindi, i fondamentali del combattimento stesso: Attacco, Anticipo, Contrattacco e Difesa.
Tecniche adatte a qualsiasi situazione
Il fatto che nelle Arti Marziali odierne il contatto sia simulato, smorzato, o comunque regolamentato, non altera assolutamente il valore della prova di combattimento: è sufficiente solo che coloro che eseguono tale esercizio non si facciano fuorviare dall’eventuale aspetto sportivo, valutando le tecniche per quello che oggettivamente dovrebbero essere, senza limitazioni e protezioni, senza falso orgoglio. A questo punto l’esercizio acquista tutto il suo valore universale.
Una volta raggiunto il “Senso del Combattimento” attraverso la pratica del confronto diretto, sia quest’ultimo Randori, Shiai o Kumite, si potrà costatare che è possibile eseguire nuovamente gli esercizi preordinati, i propri kata, vivendoli veramente, come se fossero combattimento effettivo e ricavando da essi altri benefici nel “Percorso della Via”.
Ma occorre sempre praticare il combattimento diretto, a qualsiasi età. Oggi in molte Arti Marziali, spesso diventate delle discipline sportive, si riserva il combattimento ai giovani in età agonistica, mentre è importante sempre proseguire nella pratica del confronto come si fa, giustamente, nel kendo, rifiutando la banale scusa di non essere più giovani. La vera pratica migliora con il tempo dove esperienza, precisione di movimento e tecnica si sostituiscono man mano agli aspetti più prepotentemente ed impetuosamente fisici.
Accettati questi aspetti generali, guardiamo ora lo Yoseikan Budo e le altre discipline della scuola Yoseikan come Karate, Aikido, Kobudo, Iaido e Kick Boxing/Kempo. L’idea di base della disciplina è proprio il Combattimento, condotto attraverso lo studio determinato dell’efficacia. L’efficacia viene intesa sia come realtà e validità di ogni movimento, sia come vasta conoscenza di tecniche adatte a qualsiasi situazione e tipo di confronto, a mani nude, con armi, a contatto, a distanza. Lo stesso KATA, nei suoi valori fondanti, è concepito principalmente come “quaderno d’appunti” di tecniche di combattimento in forma sintetica, e studiato nelle sue applicazioni per la pratica e mai per il gesto in quanto tale.
La varietà: un elemento della vita e della realtà
Accettare ogni tipo di combattimento, partendo dall’assunto che la varietà è un elemento connaturato alla vita e alla realtà , e intuendone l’unitarietà fondante, porta alla completezza della Conoscenza e alla profondità della propria Via.
“Ricercare le linee comuni e i principi universali che attraversano i vari modi di confronto”: questo è quanto fa chi accetta i principi del Budo.